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A Tsushima inizia la scalata del Giappone

di Stefano Carrer

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Domenica 31 Agosto 2008

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Seguì una fase serale, in cui incrociatori e torpediniere giapponesi circondarono numerose navi nemiche, e una battaglia al mattino del 28, chiusasi con la resa del contrammiraglio Nebogatov, succeduto nel comando a Rozhdestvenski, privo di conoscenza e trasferito dall'ammiraglia Suvaroff al Biedovy (che fu catturato dai giapponesi nel pomeriggio). Solo tre navi russe riuscirono a raggiungere la meta di Vladivostok: delle 38 principali unità, 35 furono affondate, catturate o disarmate.

Dalla parte degli sconfitti, 4.380 morti e quasi 6mila prigionieri, contro tre sole torpediniere affondate, 117 morti e circa 500 feriti dal lato giapponese. Tra questi ultimi, il futuro ammiraglio Isoroku Yamamoto (il responsabile di Pearl Harbor), che proprio sulla Nisshin perse due dita. L'ingegnere dell'Ansaldo Salvatore Positano - che diresse i lavori conclusivi del Nisshin e del Kasuga durante l'affrettata navigazione dal Mediterraneo verso Oriente – notò: la «meticolosa marina giapponese ha trovato le navi perfette. A questo proposito ho sentito spesso ripetere questo giudizio: in Giappone sapevamo che voi siete i maggiori elettronici del mondo, forse per la fama di Volta, Pacinotti, Ferraris e Marconi, ma per noi è una novità che sappiate costruire macchine e cannoni di alta perfezione» (gli scritti di Positano sono stati raccolti dalla figlia Fiammetta nel libro Il Giappone alle porte del secolo, edito da Viaggi e Avventure. Sulla ricostruzione del grande scontro navale Corbaccio ha invece da poco pubblicato L'ultima flotta dello zar di Costantine Pleshakov).

E oggi, quando Giorgio Zappa incontra ministri del Governo giapponese, è sempre tentato di fare una battuta per dimostrare quanto il gruppo Finmeccanica/Ansaldo, di cui è direttore generale, sia stato importante nella storia del Sol Levante. Il messaggio che intende trasmettere, tra storia e ironia, come utile premessa per sollecitare Tokyo a scegliere l'Eurofighter per la maxicommessa in arrivo sul rinnovo della flotta di aerei da combattimento, è: sull'affidabilità della tecnologia italiana abbiamo le carte in regola, vi abbiamo già fatto persino vincere una guerra con la Russia.

Dalla più schiacciante vittoria negli annali della guerra navale trasse il canovaccio la storia del XX secolo: Tsushima accelerò i venti rivoluzionari in Russia (ponendo tra l'altro le premesse per l'ammutinamento della Potemkin nel giugno 1905 e l'attivismo radicale nella Marina), mentre spostando il baricentro di Mosca a Occidente contribuì a infiammare i Balcani; sancì l'ascesa del Sol Levante e mise quindi in moto sia il declino dell'Occidente sia il latente contrasto tra Tokyo e Washington. Nell'immediato, favorì una pace mediata dal presidente americano Theodore Roosevelt: una pace che in prospettiva stimolò il militarismo nipponico intorno al mito della "vittoria mutilata" (il trattato di Portsmouth negò a Tokyo sia indennità di guerra sia sostanziosi vantaggi territoriali, salvo la metà dell'isola di Sakhalin).

L'ascesa politico-militare di Tokyo favorì quella economica, rafforzatasi con la partecipazione alla Prima guerra mondiale a fianco degli alleati (che fruttò al Paese ampie commesse e le colonie tedesche d'Oriente). Sul piano tecnico, venne dimostrata l'efficacia dei cannoni più potenti e a più ampia gittata rispetto alle batterie miste. Tra gli elementi importanti per l'esito della battaglia, spicca l'utilizzo, da parte giapponese, di granate "shimose" combinate con un altro esplosivo inventato da un colonnello americano: proiettili in grado non solo di perforare le corazze, ma di diffondere gas micidiali a effetto asfissiante, i primi della storia.

Oggi l'ammiraglia Mikasa, perfettamente restaurata, è trasformata in museo nel porto di Yokosuka: al suo interno ci sono anche modellini e foto del Kasuga e del Nisshin, che restarono in servizio per altri decenni. La narrativa museale offre un'interpretazione nazionalista delle vicende del XX secolo: il Sol Levante come campione del riscatto dei popoli asiatici, la vittoria giapponese come impulso decisivo ai movimenti di liberazione dal colonialismo in Asia, Africa e Medio Oriente. La Mikasa si affaccia su una piazzetta al cui centro sta la statua di Togo, mano destra sul binocolo e mano sinistra sulla spada, preso da un dipinto di Seitaro Tojo che lo ritraeva 10 minuti prima della battaglia decisiva. Nelle immediate vicinanze c'è la più importante base navale estera della Marina Usa, dove sta per arrivare la George Washington, prima portaerei a propulsione nucleare che starà di casa nel Paese di Hiroshima e Nagasaki.

La George Washington prenderà il posto della Kitty Hawk (in decommissionamento), e sarà l'erede indiretta della Mississippi e della Susquehanna, le "navi nere" del commodoro Perry che arrivarono nel 1853 di fianco a Yokosuka, nella baia di Uraga, per forzare l'apertura del Paese al mondo dopo due secoli e mezzo d'isolamento totale. Lo shogunato dovette piegarsi alla dimostrazione di potenza tecnologica americana manifestata dalle navi a vapore, mai viste da quelle parti, e 150 anni fa, il 29 luglio 1858, fu costretto a firmare il Trattato di amicizia e commercio con gli Usa che introduceva nella politica e nell'economia mondiale il "fattore Giappone".

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